Alimentazione
Alimentazione
Ha rappresentato il 70% della riuscita di questa impresa. Come alimentarsi correttamente durante uno sforzo per un periodo così lungo? Innanzitutto la giusta alimentazione inizia molti mesi prima se non anni. Il mio stile alimentare prevede cibi non industrializzati e senza zucchero, il più naturali possibili, in buona sostanza come si trovano in natura e senza conservanti. Potendo scegliere, durante un viaggio, assumo carboidrati integrali quali, pasta, riso e pane. Evito le carni rosse preferendo uova e pesce pescato non allevato. Consumo frutta e verdura di stagione, frutta secca e bevo due litri di acqua al giorno. Ma veniamo a come, cosa e quanto ho mangiato in questo viaggio.
Come assumere i cibi e quanti.
Come assumere i cibi e quanti.
La prima colazione deve rappresentare il 40% dell'alimentazione giornaliera ed è un momento importante di idratazione (un litro tra acqua te e spremuta). Dopo tre ore dalla colazione comincio, con cadenza oraria, a fare degli spuntini in corsa fino al fine tappa, distribuendo equamente zuccheri della frutta carboidrati proteine e grassi. Nelle ultime settimane ho aumentato il consumo giornaliero di proteine a 5/6 gr. per kg di peso e diminuito i carboidrati.
Cosa mangiare.
A colazione: uova (due) pane integrale 100 gr. cereali 50 gr. verdura 200 gr. frutta fresca 300 gr. frutta secca 30 gr. te verde, caffè, olio d'oliva e miele di melata.
Durante la corsa (8/9 ore): 200 gr di pane, due uova, verdura 400 gr. frutta 500 gr. un litro d'acqua ogni due ore.
Cena: 100/150 gr di riso, 100 gr pesce o carni bianche, verdura e frutta a volontà. Olio d'oliva.
Ristoranti.
A cena, durante il viaggio, ci siamo sempre appoggiati a un ristorante, scegliendo sempre cibi semplici e poco conditi con salse. Un buon standard alimentare è stata la cucina cinese: onnipresente in tutta Europa. Questa cucina offre sempre piatti semplici, come il riso bollito, il pesce cotto al vapore e le carni bianche il tutto abbinato a un'ottima varietà di verdure. Questa alimentazione ha rappresentato un buon bilanciamento tra carboidrati, proteine e grassi dalla Spagna sino alla Norvegia.
Ristoranti.
A cena, durante il viaggio, ci siamo sempre appoggiati a un ristorante, scegliendo sempre cibi semplici e poco conditi con salse. Un buon standard alimentare è stata la cucina cinese: onnipresente in tutta Europa. Questa cucina offre sempre piatti semplici, come il riso bollito, il pesce cotto al vapore e le carni bianche il tutto abbinato a un'ottima varietà di verdure. Questa alimentazione ha rappresentato un buon bilanciamento tra carboidrati, proteine e grassi dalla Spagna sino alla Norvegia.
Simboli dell'Unione Europea
Che cos'è la tessera europea di assicurazione malattia?
È una tessera gratuita che dà diritto all'assistenza sanitaria statale in caso di permanenza temporanea in uno dei 28 Stati membri dell'UE, in Islanda, in Liechtenstein, in Norvegia e in Svizzera, alle stesse condizioni e allo stesso costo (gratuitamente in alcuni paesi) degli assistiti del paese in cui ci si trova.
L'EURO
L’Unione Economica e Monetaria (UEM) è un accordo tra Paesi europei a condividere una sola moneta, l’euro, e un’unica politica europea a certe precise condizioni di responsabilità fiscale. Ci sono attualmente 27 Paesi nell’UE con gradi diversi di integrazione nell’UEM. Tredici Paesi membri hanno adottato l’euro: Austria, Belgio, Finlandia, Francia, Germania, Grecia, Irlanda, Italia, Lussemburgo, Olanda, Portogallo, Slovenia e Spagna. Altri tre Paesi – Gran Bretagna, Danimarca e Svezia – non hanno in programma per l’immediato l’adozione dell’euro. Altri undici paesi – Cipro, Malta, Lettonia, Lituania, Estonia, Polonia, Repubblica Ceca, Slovacchia, Ungheria, Romania e Bulgaria – si trovano a livelli diversi nel processo di adozione dell’euro e dovrebbero entrare nella zona euro entro i prossimi dieci anni.
Dopo la seconda guerra mondiale, gran parte delle valute del mondo industrializzato erano legate strettamente al dollaro nell’ambito di quello che veniva chiamato il “gold standard” nell’ambito del sistema di Bretton Woods. La supremazia de facto del dollaro e le svalutazioni forzate di alcune valute europee hanno portato i responsabili europei a cercare di riequilibrare la situazione con una più stretta integrazione economica tra i paesi europei.
I progetti per creare una moneta unica europea iniziarono nel 1969 con il Rapporto Barre, elaborato dall’allora Comunità Economica Europea (CEE) formata da sei paesi membri. Lo stesso anno vi fu un incontro di capi di stato e di governo all’Aja per progettare la creazione di una unione economica e monetaria. Il processo fu ritardato dal collasso del Sistema di Bretton Woods nel 1971 dopo la decisione unilaterale del presidente Nixon di por fine alla convertibilità tra dollaro e oro e dalla crisi petrolifera del 1972. Intanto la CEE si allargava a nove stati, molti dei quali esitavano a rinunciare alla loro valuta nazionale.
Attualmente i Paesi europei che intendono aderire alla zona euro devono passare per tre fasi diverse, che corrispondono alle fasi storiche dello sviluppo dell’UEM.
FASE I :
Nel 1979 venne creato il Sistema Monetario Europeo (SME) per legare le valute europee ed impedire ampie fluttuazioni tra i loro rispettivi valori. Fu creato il meccanismo europeo dei tassi di cambio (ERM) in base al quale i tassi di cambio delle valute di ogni paese membro dovevano limitarsi a fluttuazioni nell’ambito di una banda ristretta (+/- 2,25%) al di sopra o al di sotto di un valore di riferimento. Questo valore di riferimento fu stabilito sulla base di un paniere composito di tutte le valute dei paesi partecipanti chiamato Unità di Valuta Europea (ECU), il cui valore veniva riferito in base al peso dell’economia di ogni singolo paese.
Negli anni 1980 il mercato di ciascun paese membro è andato sempre più avvicinandosi a quello dei paesi vicini, preannunciando quello che sarebbe poi diventato il Mercato Unico Europeo. Il commercio internazionale nell’ambito del Mercato Unico rischiava di essere ostacolato dai rischi di cambio – nonostante la relativa stabilità introdotta dall’ERM – e di far aumentare i costi delle transazioni che ciò comportava. La creazione di una moneta unica per il Mercato Unico sembrava quindi la soluzione logica e l’idea di una moneta unica venne portata alla ribalta.
La Commissione europea di Jacques Delors approvò l’Atto Unico Europeo nel Febbraio 1986, che mirava a eliminare le barriere istituzionali ed economiche nei Paesi membri della CE e fissava l’obiettivo di un mercato comune europeo. Nel 1989 vennero elaborati i progetti per costruire l’UEM in tre fasi. Anche se la fase I era iniziata con lo SME (sistema monetario europeo) nel 1979, la prima fase iniziò ufficialmente nel 1990, quando vennero aboliti i controlli sui tassi di cambio rendendo così liberi i movimenti di capitale in ambito CEE. Nel 1992 le tre fasi ipotizzate dalla Commissione Delors vennero formalizzate nel Trattato di Maastricht, compresi i criteri di convergenza economica per l’adozione della moneta unica. Questo trasformò la CEE in Unione Europea. I criteri per l’adesione all’Unione europea e per l’adozione dell’euro vennero fissati in tre documenti. Il primo è il Trattato di Maastricht del 1992 entrato in vigore il 1 novembre 1993. Verso la fine dello stesso anno fu varato il secondo documento dal Consiglio Europeo di Copenaghen con la creazione dei “criteri di Copenaghen” che servirono a chiarire gli obiettivi generali del Trattato di Maastricht. Il terzo è il contratto quadro che viene negoziato con ogni paese nella fase di adesione prima del suo ingresso definitivo nell’Unione europea. Ulteriori chiarimenti dei criteri sono stati fatti sia dalla legislazione dell’UE sia da decisioni del sistema giudiziario europeo nel corso degli anni.
La prima fase dell’UEM può essere equiparata alla situazione in cui si trova attualmente un paese candidato che prima deve rispettare i Criteri di Copenaghen e poi può aderire all’UE
FASE II:
Al Vertice di Madrid del dicembre 1995, la Germania chiese con successo di cambiare il nome dell’ECU in “euro”. Il cosiddetto “scenario di Madrid” fissò un periodo di transizione tra l’introduzione dell’euro nella contabilità e l’euro in tasca.
Nella seconda fase dell’UEM venne creato l’IME, l’Istituto Monetario Europeo, come antesignano della Banca Centrale Europea (BCE). Nel giugno 1997 il Consiglio europeo di Amsterdam concordò l’elaborazione di un Patto di Stabilità e di Crescita e creò l’ ERM II, che successe allo SME e allo ERM dopo il varo dell’euro. L’anno successivo al Consiglio Europeo di Bruxelles undici Paesi vennero ammessi ad entrare nella zona euro a partire dal 1999 e fu creata la BCE con il compito di definire la politica economica dell’Unione europea e di controllare l’attività del Sistema Europeo di Banche Centrali – formato dalle banche nazionali incaricate di mettere in atto le decisioni della BCE, stampare i biglietti e coniare le monete e aiutare i paesi della zona euro a rispettare i criteri di convergenza.
La seconda fase dello sviluppo dell’UEM può essere equiparata alla situazione di un paese di recente adesione all’UE che entra nell’ ERM-II, dove deve restare per almeno due anni prima di poter adottare l’euro.
FASE III:
Il 1 gennaio 1999 l’euro fu adottato in forma contabile, e i tassi di cambio delle valute di 11 dei 15 paesi membri furono fissati l’ultimo giorno del 1998. Il Meccanismo dei Tassi di cambio (ERM) fu sostituito dall’ ERM-II che funzionava come l’ERM ma nell’ambito di una valuta – l’euro – che già esisteva. La BCE cominciò a far applicare una unica politica monetaria con l’aiuto delle Banche Centrali di ogni paese membro e iniziò il periodo di transizione di tre anni fissato a Madrid fino al 1 gennaio 2002. Alla metà del 2000 la Commissione annunciò che la Grecia poteva aderire formalmente alla terza fase della moneta unica dal 1 gennaio 2001.
L’euro fu quindi una moneta virtuale per i 12 paesi della cosiddetta “zona euro” – Austria, Belgio, Finlandia, Francia, Germania, Grecia, Irlanda, Italia, Lussemburgo, Olanda, Spagna e Portogallo. Venne usato nella contabilità e le imprese potevano in tutta sicurezza stilare transazioni in euro sapendo che i tassi di cambio tra i paesi membri erano fissi. Valori in euro apparvero nei conti bancari accanto alle valute nazionali per far abituare i cittadini alla nuova moneta.
Perché ogni paese potesse adottare la nuova valuta il 1 gennaio 2002 era necessario rispettare i cosiddetti “Criteri di Convergenza” fissati dal Trattato di Maastricht. I criteri prevedono quattro principi:
- Le valute devono restare nelle fasce fissate dall’ERM per almeno due anni
- I tassi d’interesse di lungo periodo non potevano essere più alti di due punti percentuali rispetto a quelli dei tre paesi membri più performanti
- L’inflazione doveva rimanere al di sotto di un valore di riferimento (in 3 anni i prezzi non potevano superare del 1,5% quelli del paese più performante)
- Il debito nazionale doveva essere al di sotto del 60% del PIL (o comunque essere il più possibile vicino a questo livello) e il deficit di bilancio doveva essere inferiore al 3%.
Nella fase di preparazione all’introduzione delleuro il 1 gennaio 2002, furono stampati 14 miliardi di biglietti di banca per un valore di circa 633 miliardi di euro e 52 miliardi di monete furono coniate usando 250.000 tonnellate di metallo. All’approssimarsi del 1 gennaio 1999 regnavano pessimismo, paura e confusione. Nei media aumentavano le storie negative circa il fallimento della massiccia operazione di cambiamento dalle vecchie valute alla nuova. Ma le paure si rivelarono infondate. Le macchinette automatiche sfornarono i nuovi biglietti in euro un minuto dopo la mezzanotte senza problemi e i cittadini cominciarono a usare gli euro immediatamente.
La terza fase dell’UME può essere equiparata a quella di un paese membro che, dopo essere entrato nell’ERM-II ed aver rispettato i criteri di convergenza per almeno due anni, entra infine nella zona
euro.
Storia della bandiera europea
La bandiera nasce nel 1955. Il Consiglio d'Europa, impegnato nella difesa dei diritti umani e nella promozione della cultura europea, sceglie il disegno in uso ancora oggi.
Anche il cerchio è simbolo di unità, ma il numero delle stelle non dipende dal numero dei paesi membri.
Traccie GPS
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Tromso-Il rientro
Carissimi oggi sono arrivato a Venezia nel primo pomeriggio. Anche il rientro è andato bene. Vi ringrazio tantissimo per il sostegno e l'incoraggiamento che sono stati un vento a favore. Grazie ancora!!
Vi abbraccio tutti con affetto. :)
Il bellissimo porto di Tromso
Negozio alla ricerca di cartoni per imballare la bici
L'Amico portiere dell'albergo che mi ha aiutato nell'acquisto del miglior biglietto aereo per il ritorno
Olderfjord-NordKapp-Honningsvåg
Dal mio diario.
"La gioia non è arrivare a Capo Nord. La vera gioia è l'opportunità che mi è stata donata di partire per questa incredibile avventura".
"La gioia non è arrivare a Capo Nord. La vera gioia è l'opportunità che mi è stata donata di partire per questa incredibile avventura".
Oggi grande giorno. Dopo 54 giorni ( come i miei anni) e tanti Km pedalati, 6543, sono giunto alla meta.
Dati dell'ultima tappa:
Km percorsi 168 con 1777 mt di dislivello. Tempo trascorso a pedalare 14 ore e 54 minuti. Cielo bello, vento bello, salite belle, discese belle, temperatura bella, nuvole belle, foschia bella.
Ora vi racconto i due incontri che, dire fantastici è dire poco. Il primo è durante la cena in campeggio. Vicino a me c'è un norvegese con il quale iniziamo a parlare incuriosito dal mio abbigliamento da ciclista, per fortuna sapeva lo spagnolo. Mi da la dritta per il ritorno. Non più 250 Km in bici da ripetere fino a Alta per prendere l'aereo, ma rientro da Honningsvåg con il traghetto tra i fiordi fino a Tromso. Viaggio fantastico: zero Km in più, quasi due giorni guadagnati e € risparmiati. Meraviglioso. Il secondo ha del romanzesco. Ieri sera, prima di cimentarmi negli ulti 29 Km, mi sono fermato a Honningsvåg per vedere da dove partiva il traghetto e avere conferma degli orari fornitemi dall'amico norvegese. Decido lì per lì di cenare alla novegese prima dell'ultima fatica. Baccalao, patate, cetriolo, una salsa acida e una birra alla spina. Alla fine due fette di torta fatta in casa. Parto. Fa già freddo e indosso i pantaloni anti vento. Dopo 200 mt mi saluta uno da sognatore (tipo alla Benigni) ovvio che mi fermo è un simile. Era incuriosito dalla macchina fotografica montata sul manubrio. Parliamo un po' del mio viaggio e dell'ultima salita verso NordKapp. Mi dice che lì su fa freddo. Ci salutiamo da sognatori e riparto. Fa proprio freddo. Sono avvolto dalle nuvole, la visibilità è scarsa così accendo le luci. Gli ultimi venti Km chi mi sorpassa? Il sognatore con la sua auto gialla. Si ferma e mi spiega che questa foschia durerà poco. Ci risaltiamo da sognatori. Gli ultimi 10 Km chi mi sta spettando? Il sognatore. Ha un sacchetto in mano. Accendo la cinepresa non si sa mai. Mi ferma e mi offre della cioccolata. Il sole all 'improvviso è accecante. Con la mano aperta mi mostra le cinque dita e mi dice che in un anno solo cinque giorni sono così a mezzanotte: con il sole, senza vento e caldi. Incredibile un quinto di quei giorni oggi è capitato a me!!! Ci risalitiamo da sognatori. Faccio gli ultimi 10 Km e arrivo finalmente a Capo Nord. Per entrare nella zona del parcheggio, che accede al famoso globo, tutti devono pagare il pedaggio, ciclisti compresi, che in euro sono circa 30. Chi ti trovo al pedaggio? Il sognatore che aveva da poco preso servizio. Mi saluta da dentro la cabina e mi fa passare senza pagare. Al ritorno c'erano molte renne, mancava solo di incontrare Babbo Natale e schiattavo.
Traccia GPS http://connect.garmin.com/activity/548362867
Porto di Honningsvåg
Honningsvåg Stoccafissi a essiccare
E6
Giunto a questo punto del percorso, vi parlerò della E6: la mitica strada per raggiungere Capo Nord che nasce a Oslo. Dagli anni 90, in occasione delle olimpiadi invernali di Lillehammer 94, ha subito interventi di ampliamento e di modifica della viabilità importanti. In alcuni tratti è a pagamento con telecamere che ti addebitano il pedaggio rilevando la targa. In sostanza non ci sono caselli autostradali. Questi tratti a pedaggio terminano di fatto a Trondheim. Noi per uscire da Oslo abbiamo scelto la strada numero 4 perché già a Oslo la prima galleria della E6 è interdetta alle biciclette. La E6 l'abbiamo intersecata a Lillehammer e qui sono iniziati i problemi. I molti cantieri che incontri ti fanno subito capire che, quanto sto scrivendo sulla E6, a breve potrebbe essere cambiato: anche a vantaggio delle biciclette. Purtroppo ora non è così. Apro una parentesi che mi servirà per spiegare meglio il concetto di ciclabile lungo la E6. ( Se in Spagna e Francia la rete ciclabile è simile all'Italia, le cose cambiano radicalmente dal Belgio. Dopo pochi Km dalla frontiera belga, noi non abbiamo più lasciato le piste ciclabili fino all'imbarco per la Norvegia, attraversando Olanda, Germania e Danimarca: incredibile!!!). Qui in Norvegia è un misto tra tutti gli Stati elencati prima. Lungo la E6 non sempre trovi la pista ciclabile come ad esempio in Belgio, Olanda e Danimarca e quando c'è e si è in prossimità di un centro urbano, o di un campeggio, ti fanno uscire non perché la strada diventa pericolosa ma per il solo fatto che quasi tutti usano le ciclabili per brevi tratti, da paese a paese. Per gli spostamenti più lunghi usano altri mezzi. Ora queste continue deviazioni, quando percorri per più giorni una media di 120 Km al giorno e ne trovi 5/6, diventano un problema che per fortuna termina a Trondheim. Per quanto riguarda le gallerie, lungo la E6 quelle vietate alle bici non vengono segnalate con largo anticipo e quindi può succedere, come nel tratto Fauske -Tømmerneset, che l'ultima galleria, dopo che hai percorso 102 Km sia vietata alle biciclette e non ci siano alternative se non tornare indietro.
L'essenza del viaggio
Se dovessi definire con una parola l'essenza di questo viaggio direi l'incontro. L'incontro con se stessi e con le persone che per curiosità si sono avvicinate a noi. Prima di partire ero dotato, per paura, di difese, portandomi al seguito spray urticanti, un manganello telescopico e un lucchetto con allarme elettronico. Da subito me ne sono liberato perché le paure erano dentro di me. Fuori ho incontrato solo persone buone, pronte ad aiutarci con le giuste indicazioni per proseguire il viaggio o nel risolvere le tante difficoltà incontrate e, in fine, nella paziente interpretazione delle mie parole. Non ho mai ricevuto un gesto sgarbato. E' persino capitato che qualcuno ci ospitasse in casa sua per proseguire il viaggio il giorno dopo. Credo che questo sia stato possibile perché ci rivelavamo da subito per quelli che eravamo: due ciclisti sognatori un po' folli. Le persone avevano chiara la nostra identità e, dai nostri giocattoli ben attrezzati, si capiva che il viaggio ci avrebbe portato, con fatica, molto lontano. Questo rivelasi in modo chiaro alla gente ha tolto le mille barriere in ognuno, permettendo l'incontro.
L'uomo dei cioccolatini
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